Noi della dogana


«Tossendo ho sentito come se qualcuno mi strozzasse»

Il sergente Luca Ferrara insieme al cane di servizio Guinness nel garage di Posto Ticino.

Il sergente Luca Ferrara insieme al cane Guinness.

Intervista con il sergente Luca Ferarra, tra i primi collaboratori AFD ad aver contratto il Covid.

Luca Ferrara davanti all’auto di servizio dell’AFD nel garage di Posto Ticino.

Sempre pronti a partire per un caso.

Luca Ferrara in ufficio mentre si occupa di lavori amministrativi.

Lavori amministrativi, importanti anche quelli.

Luca Ferrara alla scrivania svolge lavori amministrativi.

Luca legge le mail prima di entrare in servizio.

Luca Ferrara davanti all’entrata del suo luogo di lavoro presso Posto Ticino.

Uno sguardo al futuro, dopo la malattia.

Luca Ferrara, sergente presso il Posto guardie di confine Ticino, è uno tra i primi collaboratori dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) ad aver contratto il COVID-19. «È successo all’inizio dell’emergenza, ho prestato servizio al valico e tornando a casa, mentre tossivo, ho sentito come se qualcuno mi strozzasse. Il giorno dopo avevo la febbre». Luca risulta positivo al Covid. Fortunatamente il suo è un decorso positivo e dopo essere guarito è rientrato in servizio. «Ho contratto una malattia che ancora adesso non si sa che effetti avrà in futuro, ma sono stato fortunato. La vivo serenamente, ma seguo scrupolosamente le prescrizioni: evito gli assembramenti, prendo precauzioni come lavarmi spesso le mani».

«Tossendo ho sentito come se qualcuno mi strozzasse»


Dalla Coppa del Mondo al confine

Selina Gasparin con sullo sfondo il valico di confine di Campocologno.

Selina Gasparin presso il valico di Campocologno. © Joseph Khakshouri

Selina Gasparin controlla i documenti di un automobilista.

La biatleta controlla il traffico dall’Italia. © Joseph Khakshouri

Selina Gasparin installa un controllo mobile sulla strada principale.

Controllo mobile in Val Poschiavo. © Joseph Khakshouri

Selina Gasparin con un collega e un veicolo di servizio nel verde.

Selina Gasparin al confine verde. © Joseph Khakshouri

Selina Gasparin e un collega in servizio di pattugliamento a piedi in un castagneto.

Pattuglia a due a Campocologno. © Joseph Khakshouri

Selina Gasparin con la medaglia d’argento di Coppa del Mondo a Kontiolahti, Finlandia.

L’ultima medaglia mondiale prima del confinamento. © NordicFocus

Selina Gasparin sugli sci di fondo durante una gara di Coppa del Mondo.

Nella stagione 2019/2020 quattro volte sul podio. © NordicFocus

Selina Gasparin allo stand di tiro durante una gara di Coppa del Mondo.

Stagione terminata in anticipo per la pandemia. © NordicFocus

Nella stagione di biathlon 2019/2020, Selina Gasparin è salita quattro volte sul podio di Coppa del Mondo. Dopo che la stagione è terminata in anticipo a causa della pandemia di coronavirus, l’atleta di punta impiegata presso l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) non ha potuto partire in vacanza con la sua famiglia come pianificato: «Vista la situazione legata al coronavirus e le rigide disposizioni al confine, per me era logico dare una mano ai miei colleghi». E così la biatleta di successo ha indossato la sua uniforme blu e ha lavorato presso il valico di confine di Campocologno (GR) in Val Poschiavo. Questa primavera anche gli altri nove atleti di punta dell’AFD hanno fornito il loro contributo all’impiego straordinario della dogana.

Dalla Coppa del Mondo al confine


Sfida organizzativa

Stephan Lanz in una riunione dello stato maggiore Coronavirus.

Stephan Lanz, capo stato maggiore Coronavirus.

Intervista con Stephan Lanz, responsabile stato maggiore AFD, sui suoi compiti durante la pandemia

Presentazione Powerpoint sulla situazione legata al coronavirus.

La situazione esigeva rapide soluzioni.

I membri dello stato maggiore Coronavirus durante un incontro per analizzare la situazione.

Lo stato maggiore analizza la situazione.

La prima fase della pandemia di coronavirus ha costretto anche l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) a trovare soluzioni rapide. Ciò ha rappresentato una sfida per il neocostituito stato maggiore Coronavirus dell’AFD e per Stephan Lanz, il suo responsabile. In particolare, la decisione del Consiglio federale di effettuare controlli sistematici al confine e di vietare l’entrata, al fine di evitare la diffusione del virus, ha avuto importanti conseguenze. Il confine svizzero non era più stato chiuso dalla Seconda guerra mondiale. Improvvisamente a inizio marzo è stato necessario agire molto rapidamente e Lanz, ripensando a quel periodo, afferma: «La situazione ci ha posto davanti a sfide molto particolari, che però abbiamo superato bene lavorando tutti insieme». 

Sfida organizzativa


Ci siamo riavvicinati

Durante le conferenze stampa Christian Bock informa sulla situazione al confine.

C. Bock alle conferenze stampa sul coronavirus. © Keystone

Durante le conferenze stampa il Direttore dell’AFD Christian Bock informa sulle misure al confine.

Christian Bock durante uno dei numerosi colloqui online.

Uno dei numerosi incontri online.

Il Direttore dell’AFD C. Bock e il segretario di Stato per la migrazione M. Gattiker in colloquio.

AFD e SEM in stretta collaborazione. © Keystone

I membri dell’esercito sostengono l’AFD durante la pandemia legata al coronavirus.

Visita dei membri dell’esercito della Dogana Nord.

Durante la chiusura dei confini l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) è stata più che mai sotto i riflettori dell’opinione pubblica e il Direttore Christian Bock ha ricevuto molti riscontri positivi nonostante i divieti e le regole emanati al confine dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD) . Bock ha apprezzato soprattutto gli elogi alla cordialità e alla vicinanza ai cittadini da parte del personale dell’AFD. Egli cura regolarmente lo scambio con autorità partner estere, ambasciatori, cantoni, associazioni economiche e altri uffici federali. «Ci siamo riavvicinati e mi rallegro che la trasformazione dell’AFD abbia acquisito velocità. Durante una crisi ci si concentra sulle cose essenziali. I problemi apparenti passano in secondo piano. Desidero che questo pensiero ci accompagni anche nelle situazioni normali» afferma Bock. 

Ci siamo riavvicinati


Molto era diverso per i collaboratori

Patrik Eggenschwiler, posto guardie di confine di Basilea Est

Patrik Eggenschwiler

I collaboratori dell’AFD raccontato le sfide affrontate durante la chiusura delle dogane

Tanja Gschwind, ispettorato doganale di Rheinfelden-Autobahn

Tanja Gschwind

Ismaele Laganara, centrale d’informazione del Mendrisiotto

Ismaele Laganara

Thomas Winter, posto guardie di confine di Sciaffusa Ovest

Thomas Winter

Claudia Serrao, ispettorato doganale di Basel St. Jakob

Claudia Serrao

Sophie, posto guardie di confine di Ginevra-Aeroporto

Sophie

Dall’adesione a Schengen a fine 2008 non sono più stati effettuati controlli sistematici al confine e l’ultima chiusura delle frontiere risale al periodo della Seconda guerra mondiale. Con l’inizio della pandemia legata al coronavirus sono cambiati radicalmente anche i consueti processi lavorativi. L’interpretazione delle regole in continuo cambiamento non è stata facile. Gli specialisti doganali normalmente occupati con l’imposizione delle merci, hanno fornito il loro supporto durante i controlli delle persone nell’ora di punta mattutina, per la prima volta sono entrati in contatto diretto con i rifugiati alla stazione ferroviaria o hanno fornito il loro aiuto ai richiedenti delle centrali d’informazione. I collaboratori non dimenticheranno facilmente questo periodo particolare.  

Molto era diverso per i collaboratori

Clienti


Una reattività apprezzata

Immagine di un alambicco.

Più di 500 000 litri di alcol denatu-rati.

Etanolo grezzo ottenuto da un alambicco.

I disinfettanti contengono ca. il 70 % di etanolo.

Esempio di un flacone di gel disinfettante prodotto da un distillatore vallesano.

Gel disinfettante a base di alcol denaturato.

In vista di una possibile carenza di disinfettanti, il 28 febbraio 2020 l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha autorizzato la denaturazione dell’alcol per la produzione di gel idroalcolico fino al 1° settembre 2020. Presa alla sprovvista, la divisione Alcol e tabacco ha dovuto reagire con largo anticipo a questo provvedimento. Dopo averne discusso con l’associazione dei distillatori svizzeri, le due parti sono riuscite a realizzare un sistema di moduli online che esenta i produttori dall’imposta sulle bevande spiritose. Complessivamente 118 produttori hanno usufruito di questa possibilità, accolta con grande soddisfazione dai distillatori svizzeri, che nella loro newsletter di aprile 2020 hanno elogiato la reazione flessibile e non burocratica dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) di fronte alla situazione.

Una reattività apprezzata


«Mi mancherà il cordiale Buongiorno»

Frontaliera tedesca

Susanne, frontaliera tedesca di Weil am Rhein.

Intervista con Susanne, frontaliera, che giornalmente si recava al lavoro in un ospedale basilese.

Coda serale al valico di confine di Basel-Freiburgerstrasse

Coda al valico di Basel-Freiburgerstrasse.

Permesso per frontalieri

Mostrare il permesso per frontalieri è una routine.

Nella regione di Basilea i confini aperti appartengono alla normalità. Da un lato, i basilesi utilizzano regolarmente le linee dei tram transfrontaliere per andare nei ristoranti del Baden del sud o nei negozi dell’Alsazia. Dall’altro, 70 000 frontalieri lavorano negli ospedali, nell’industria chimica o nel commercio al dettaglio della Svizzera nordoccidentale. Anche Susanne fa la pendolare e da anni si reca giornalmente da Weil am Rhein a Basilea. Durante il periodo di chiusura delle frontiere, era una delle poche persone che potevano varcare il confine. Anche per lei i controlli giornalieri sono stati una nuova esperienza. Malgrado le code iniziali, ha anche dei ricordi positivi di questo periodo: «Mi mancherà il cordiale Buongiorno».

«Mi mancherà il cordiale Buongiorno»


Tante domande all’AFD

Un collaboratore della centrale d’informazione dell’AFD a Sciaffusa

I telefoni non hanno mai smesso di squillare.

Tre collaboratori della centrale d’informazione dell’AFD a Ginevra

L’11 maggio il record: 4038 chiamate.

Un collaboratore della centrale d’informazione a Chiasso

I collaboratori dell’AFD hanno aiutato volentieri.

Mandala colorati nella centrale d’informazione dell’AFD a Sciaffusa

Appena il tempo per una pausa con un mandala.

«Come posso ritirare il mio pacco presso l’ufficio d’accettazione tedesco?» «Posso entrare per un colloquio di candidatura?» «L’allevatore tedesco può far varcare il confine al mio cucciolo da solo, dato che non posso andare da lui?»

Nel 2019, i collaboratori della centrale d’informazione dell’AFD hanno risposto a circa 500 chiamate al giorno. Durante il periodo di chiusura dei confini, presso le ubicazioni di Sciaffusa, Ginevra e Mendrisiotto il telefono ha squillato quasi ininterrottamente. L’11 maggio il record: 4038 chiamate.

Le lunghe giornate di lavoro, le prescrizioni in continuo cambiamento e le molte richieste personali hanno messo a dura prova i collaboratori. Questi erano però anche contenti di poter aiutare molte persone durante la difficile situazione.

Tante domande all’AFD


Separati dal coronavirus dopo 20 anni

Renate Seiter e Wilfried Müller seduti insieme al tavolo.

Renate Seiter e Wilfried Müller a Geroldswil.

Renate Seiter e Wilfried Müller raccontano come hanno vissuto la separazione.

Renate Seiter e Wilfried Müller seduti sul divano con il loro cane.

La coppia è finalmente riunita.

Renate Seiter e Wilfried Müller sono una coppia da 20 anni, ma non vivono insieme, bensì a 300 chilometri di distanza: lui ad Oberkochen nel Baden-Württemberg, lei a Geroldswil nel Canton Zurigo. In tutti questi anni si vedevano ogni due settimane. Fino a marzo 2020, quando a causa del coronavirus i confini sono stati chiusi anche per le coppie non sposate. «Non vedevamo la fine della separazione», spiega l’uomo, che però non è rimasto con le mani in mano: si è rivolto ad autorità, politici e media in Svizzera e in Germania. E non era l’unico a chiedere maggiore attenzione da parte delle autorità per la situazione personale delle coppie binazionali. Il 16 maggio Svizzera e Germania hanno finalmente trovato una soluzione comune al problema.

Separati dal coronavirus dopo 20 anni


Il personale medico deve identificarsi

Cristiana nell’area dell’ospedale

Cristiana, psicologa responsabile del servizio

Quattro membri del personale medico condividono la loro esperienza della chiusura dei confini.

Géraldine effettua le consulenze mediche

Géraldine, infermiera

Laure-Line davanti all’ospedale diMorges

Laure-Line, responsabile della cellula COVID

Christel elabora i suoi incarti anche da casa

Christel, responsabile amministrativa

La regione franco-vodese-ginevrina era in forte difficoltà ed era necessario identificarsi per varcare il confine chiuso che la attraversa. Questo è stato il caso del personale sanitario che vive in Francia e lavora in Svizzera. Affinché queste persone indispensabili per il nostro sistema sanitario possano raggiungere rapidamente il rispettivo luogo di lavoro dal proprio domicilio, l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) ha istituito presso alcuni valichi di confine delle corsie preferenziali, note anche come Green Lanes. In questo cortometraggio i nostri quattro protagonisti, tutti membri del personale medico, ci raccontano di questo paradossale privilegio, dove il senso di disagio ha lasciato il posto a qualche raro e inaspettato momento di felicità.

Il personale medico deve identificarsi

Contesto


Coronavirus e commercio estero

I collaboratori dell’AFD controllano la merce su un autocarro.

Commercio estero in calo a causa del coronavirus.

Un autocarro riflesso nella porta di vetro di un ufficio doganale.

Esportazioni diminuite del 12 per cento.

Un collaboratore dell’AFD controlla i documenti di trasporto di un autocarro.

Importazioni diminuite del 16 per cento.

I container sono in attesa dell’imposizione da parte dell’AFD.

Valore della merce diminuito di 14 mia. di fr.

I collaboratori dell’AFD controllano una fornitura di merce.

Il calo raggiunge livelli storici.

Anche se i confini sono rimasti aperti per consentire il traffico delle merci, il lockdown in Svizzera e in altri Paesi ha comportato notevoli conseguenze: numerose attività commerciali chiuse, un numero nettamente inferiore di autocarri sulle strade, voli sporadici del traffico merci e consumatori insicuri hanno rallentato il commercio con l’estero. Di conseguenza, nel secondo trimestre del 2020 le esportazioni sono diminuite del 12 per cento rispetto al primo trimestre, mentre le importazioni del 16 per cento. Nell’arco di tre mesi il traffico transfrontaliero delle merci è diminuito complessivamente di 14 miliardi di franchi. Si tratta di una perdita di 235 milioni di franchi per giorno di lavoro. In 140 anni di storia di statistica del commercio estero non si era mai registrato un simile calo.

Coronavirus e commercio estero


Aerei a terra

Sophie e l’agente Khalifa ricordano il calo del traffico aereo

Scambio tra Sophie e l’agente Khalifa.

I collaboratori dell’AFD non riconoscono più il loro posto di lavoro.

Sophie davanti alla torre di controllo dell’aeroporto di Ginevra

Sophie, capo impiego dell’aeroporto di Ginevra

M. Khalifa nella zona di transito dell’aeroporto di Ginevra

M. Khalifa, agente presso l’aeroporto di Ginevra

I sedili in attesa dei passeggeri nel gate C

Sala d’attesa del gate C deserta.

Di solito, tra un volo e l’altro gli spazi pubblici si riempiono di gente

Zona passeggeri normalmente piena di gente.

Il vuoto nella zona di controllo dei passaporti la dice lunga sul flusso di passeggeri.

Zona d’attesa prima del controllo dei passaporti.

Ginevra-Aeroporto è uno dei pochi valichi di confine «extra-Schengen» della Svizzera. Nel 2019 ha accolto oltre 17,9 milioni di passeggeri. Nel 2020, invece, a causa della propagazione del virus COVID-19, il traffico aereo è diminuito a tal punto che l’aeroporto internazionale di Ginevra era praticamente deserto. Gli aerei erano tutti a terra, i negozi chiudevano uno dopo l’altro e un insolito silenzio regnava negli spazi pubblici normalmente pieni di gente. I due agenti Sophie e M. Khalifa, collaboratori dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD) e operativi presso il posto guardie di confine di Ginevra-Aeroporto, ci raccontano la loro esperienza che sembra uscita direttamente da un libro di fantascienza.

Aerei a terra

Partner


Un impiego inatteso

Pascal Bürgin con il camice bianco in un locale della ditta Evatec.

Pascal Bürgin lavora per Evatec a Trübbach.

Intervista con Pascal Bürgin, operativo presso il confine come sottufficiale di milizia.

Pascal Bürgin con il camice bianco in un locale della ditta Evatec

È il sostituto del responsabile della logistica.

Bürgin e un collega davanti a un veicolo militare al confine verde.

Ad aprile Bürgin (destra) ha lavorato al confine.

Esercito e AFD controllano i veicoli presso un valico di confine.

Stretta collaborazione tra esercito e dogana.

Esercito e AFD controllano i veicoli presso un valico di confine.

Controllo di pendolari.

Pascal Bürgin, con il suo camice bianco, lavora come sostituto del responsabile della logistica presso la ditta Evatec a Trübbach (valle del Reno sangallese), specializzata in impianti di tecnologia a film sottile. Ad aprile 2020 ha però indossato abiti diversi: con l’uniforme dell’esercito, il sottufficiale di milizia ha sorvegliato il confine verso la Francia nella regione di Basilea. In realtà era entrato in servizio per un semplice corso di ripetizione. «Dopo tre settimane abbiamo saputo del nostro impiego a favore dell’Amministrazione federale delle dogane e che il corso sarebbe durato più a lungo», spiega Bürgin. Il lavoro al confine verde è stato interessante, soprattutto il contatto con la gente. Tre settimane più tardi del previsto Bürgin è potuto tornare al suo posto di lavoro.

Un impiego inatteso


Gli occhi «volanti» della dogana

L’Eurocopter EC635 dell’Esercito svizzero in volo stazionario vicino a un bosco.

Elicottero dell’esercito impiegato per l’AFD.

André Fahrni parla degli impieghi con l’elicottero durante il periodo di chiusura dei confini.

L’Eurocopter EC635 sparisce tra le cime degli alberi.

Il confine è stato sorvolato regolarmente.

Un collaboratore dell’AFD osserva il confine da un elicottero in volo.

L’osservazione dall’alto è efficiente.

Le tracce di pneumatici mostrano che un veicolo ha aggirato lo sbarramento di confine.

Gli sbarramenti sono stati controllati.

André Fahrni scrive sulla flip chart.

André Fahrni ha coordinato gli impieghi.

Nel locale di condotta André Fahrni scrive sul notebook.

Il capo Mezzi aerei è soddisfatto.

André Fahrni guarda fuori dalla finestra del locale di condotta.

L’elicottero ha apportato un valore aggiunto.

Gli elicotteri dell’Esercito svizzero vengono impiegati regolarmente per l’Amministrazione federale delle dogane (AFD). Durante il periodo della chiusura dei confini a primavera 2020 vi sono stati molti più impieghi. André Fahrni, l’allora capo Mezzi aerei dell’AFD spiega: «Mediante l’elicottero è possibile controllare rapidamente su grandi settori di confine se sono stati danneggiati sbarramenti». Con un veicolo si perderebbero ore negli spostamenti. Grazie agli elicotteri sono stati scoperti anche contrabbandieri di tutti i generi. Tali impieghi hanno però un prezzo: il rumore del velivolo. Egli conclude: «Al fine di ridurre al minimo l’inquinamento fonico abbiamo effettuato i voli quasi solo durante il giorno impiegando l’Eurocopter EC635, relativamente silenzioso».

Gli occhi «volanti» della dogana


50 poliziotti militari al confine

David Brunner al valico di confine, mentre transita un veicolo.

Il sergente capo David Brunner al confine.

Intervista con il sergente capo David Brunner della polizia militare, di supporto all’AFD.

David Brunner davanti al valico di confine di Allschwil 1.

Brunner ha prestato servizio anche ad Allschwil.

David Brunner al valico di confine, mentre transitano dei veicoli.

Ha controllato soprattutto i pendolari.

Brunner e un collaboratore dell’AFD controllano i veicoli.

Brunner con un collaboratore dell’AFD.

Un motociclista mostra a Brunner il permesso per frontalieri.

Brunner controlla il permesso per frontalieri.

Un agente di polizia militare e un collaboratore dell’AFD camminano insieme sull’area ufficiale.

Poliziotti militari integrati nell’impiego.

Un poliziotto militare e un collaboratore dell’AFD controllano un camper.

Esercito e AFD controllano i veicoli.

Un collaboratore dell’AFD e un poliziotto militare controllano un veicolo.

Stretta collaborazione tra le due autorità.

Le rigorose disposizioni al confine durante la pandemia hanno messo a dura prova il personale dell’Amministrazione federale delle dogane (AFD). Pertanto, dal 27 marzo 2020, 50 professionisti della polizia militare hanno fornito sostegno all’AFD. Fra loro anche il sergente capo David Brunner, che ha prestato servizio nella regione di Basilea. «AFD e polizia militare lavorano entrambe secondo le direttive dell’Istituto svizzero di polizia», spiega Brunner e aggiunge: «Per questo la collaborazione ha funzionato benissimo». La principale differenza rispetto al suo normale lavoro presso la polizia militare è stato il gran numero di pendolari da controllare. Questi ultimi hanno accettato i controlli di buon grado, malgrado i tempi d’attesa.

50 poliziotti militari al confine

Regole del gioco


Barriere e blocchi di cemento al confine

La polizia federale tedesca ha bloccato il confine con reti metalliche e luci.

Blocco tra Riehen e Weil.

Un minibus della polizia federale tedesca blocca il valico di confine di Riehen-Weilstrasse.

Veicolo della polizia tedesca a Riehen.

Una pista ciclabile a Lörrach è chiusa con reti metalliche e cartelli.

Pista ciclabile chiusa.

Un cartello a Riehen segnala la chiusura del valico di confine.

Cartelli che indicano tempestivamente la chiusura.

Una pista ciclabile è chiusa da numerose reti metalliche.

Rete metallica tra Riehen e Lörrach.

Un cartello di residenza segnala la chiusura e augura buona salute.

Avviso e un buon augurio nei pressi della riva.

Un chemin pédestre est bloqué par une grande grille.

Piccolo sentiero, grande rete metallica.

Recinzione su una pista ciclabile e pedonale nella zona portuale di Basilea.

Confine chiuso nella zona portuale di Basilea.

Un’insegna indica dove può essere attraversato il confine e da chi.

Insegna informativa tedesca presso Lörrach.

Pista ciclabile chiusa in una zona residenziale tra Riehen e Lörrach.

Chiusura del confine separa un quartiere a Riehen.

Presso Le Prévoux una piccola strada è bloccata da barriere e reti metalliche.

Blocco presso Le Prévoux nel Giura neocastellano.

Una strada forestale secondaria è chiusa con una barriera.

Strada secondaria chiusa verso la Francia.

A Charmoille (JU) è stata spostata una rete metallica per poter attraversare il confine.

Sbarramento sfondato a Charmoille (JU).

Una scritta sullo sbarramento invita le persone a rimanere a casa.

Sbarramento imbrattato (GE).

Un veicolo d’impiego è stazionato su una strada forestale chiusa.

Strada forestale a sud di Ginevra.

Su una piccola strada chiusa, un cartello invita a guidare lentamente.

Non si può proseguire neanche lentamente.

Valico di confine di Kreuzlingen-Emmishofen/Konstanz-Emmishofer Tor chiuso con elementi in plastica.

Strada chiusa da Kreuzlingen a Costanza.

Barriere abbassate e blocchi di cemento bloccano il ponte di legno a Diessenhofen.

Passaggio chiuso sul ponte di legno a Diessenhofen.

Un blocco di cemento e una rete metallica bloccano una strada di campagna a Trasadingen.

Blocco di cemento su una strada a Trasadingen.

Una piccola strada di campagna chiusa solo con un nastro.

Sentiero a Trasadingen chiuso con dei nastri.

Un veicolo d’impiego è stazionato sulla strada principale tra Dörflingen e Laag.

Controllo mobile dell’AFD a Dörflingen.

Il valico di confine di Schleitheim è chiuso con blocchi di cemento e rete metalliche.

Chiuso il valico di confine di Schleitheim.

L’esercito carica i blocchi di cemento su un autocarro mediante una gru.

Rimozione dello sbarramento il 15 maggio.

Un collaboratore dell’AFD rimuove una recinzione a Beggingen (SH).

Confine riaperto a Beggingen

La strada tra Hallau ed Eberfingen è bloccata da blocchi di cemento.

Blocco tra Hallau ed Eberfingen.

L’AFD e l’esercito caricano i blocchi di cemento su un autocarro mediante una gru.

Rimozione dei blocchi di cemento il 15 maggio.

Solo a poche persone, ad esempio i pendolari, è stato permesso di attraversare il confine svizzero dopo il 16 marzo 2020. Per garantire che solo le persone autorizzate entrassero in Svizzera, l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) ha canalizzato il traffico attraverso un numero ridotto di valichi di confine. È stato quindi necessario chiudere numerose strade, sentieri e percorsi: una situazione insolita per la maggior parte degli svizzeri. Presso i valichi ancora aperti venivano effettuati controlli sistematici, vale a dire che ogni persona che voleva entrare in Svizzera doveva identificarsi. Abbiamo raccolto alcune immagini di blocchi in cemento, barriere, reti metalliche e nastri che nel frattempo sono stati rimossi.

Barriere e blocchi di cemento al confine


Mascherina: sì o no? Tema controverso

Una signora fermata per il controllo della merce apre il baule della sua auto.

Signora apre il baule dell’auto per il controllo.

«Qui vige l’obbligo della mascherina» c’è scritto sullo stabile AFD al valido di Chiasso.

Stabile AFD al valico di Chiasso.

La merce dei sacchetti viene controllata all’interno dello stabile AFD.

Controllo all’interno dello stabile AFD.

Il collaboratore controlla la merce presente nel baule dell’auto.

Un controllo al valico di Chiasso.

Durante la pandemia, pochi temi si sono rivelati così controversi come quello della mascherina. L’Amministrazione federale delle dogane (AFD) non ha fatto eccezione: bisognava indossare la mascherina sempre o solo nei casi in cui le altre misure non erano sufficienti? D’intesa con i collaboratori dell’UFSP responsabili di gestire la crisi, l’AFD ha optato per un impiego mirato. I collaboratori operativi hanno ricevuto le mascherine per effettuare controlli su treni o perquisizioni in spazi chiusi. La bassa percentuale di infezione da COVID-19 e i risultati del lavoro svolto dai collaboratori dell’AFD durante questo difficile periodo confermano che è stata presa la decisione giusta. 

Mascherina: sì o no? Tema controverso